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I Gilet Arancioni scrivono al procuratore Volpe: “Inchiesta sia rapida”. Confagricoltura Bari condivide l’iniziativa

Confagricoltura Bari condivide il contenuto della lettera firmata dal portavoce dei Gilet arancioni, Onofrio Spagnoletti Zeuli, indirizzata al procuratore capo della Procura di Bari, Giuseppe Volpe. Come evidenziato anche dal presidente di Confagricoltura Bari, Michele Lacenere, nei giorni scorsi, il comunicato di chiarimento della Procura “ci ha rasserenato” ma è necessario, comunque, che l’inchiesta penale si svolga in tempi quanto più rapidi perché anche un solo ulivo infettato dalla Xylella può provocare danni incalcolabili.
Per questi motivi, pubblichiamo integralmente la lettera inviata questa mattina:
Gentilissimo Procuratore Volpe,

Le scrivo in qualità di portavoce dei gilet arancioni, il simbolo con cui migliaia di agricoltori hanno manifestato pacificamente a Bari lo scorso 7 gennaio la propria rabbia per essere stati dimenticati dalle Istituzioni, per ringraziarla del chiarimento sulla vicenda dell’albero infetto sequestrato dalla Sua Procura a Monopoli.

L’economia ed il futuro di centinaia di migliaia di famiglie, l’economia più importante della Regione, l’olivicoltura, sono messi a repentaglio da gravissimi problemi che in questi anni non sono stati adeguatamente affrontati, primo fra tutti la xylella.

Un batterio devastante che ha sterminato l’economia del Salento e delle province di Brindisi e Taranto mettendo sul lastrico imprenditori agricoli, frantoiani, lavoratori dell’indotto, famiglie.

In questi anni abbiamo assistito inermi all’avanzata del batterio che ha aggredito, partendo da Gallipoli, la Puglia, arrivando a Monopoli.

Qui a Monopoli, domenica, abbiamo manifestato pacificamente per dire con forza che non si può più giocare.
Qui a Monopoli, domenica, abbiamo ricevuto la notizia del sequestro da parte della Sua Procura dell’albero infetto da xylella ritrovato qualche giorno prima.

Il proprietario era pronto a compiere un gesto tanto drammatico quanto necessario, secondo la scienza, per contrastare il batterio: eradicare la pianta.
Ma il provvedimento della Sua Procura ha per il momento impedito questo.

Si sono quindi materializzati con questa decisione tutti i fantasmi che hanno portato la xylella in provincia di Bari.

In questi anni, i ricorsi al Tar e gli esposti di molti negazionisti, che pensano di curare la xylella con benedizioni sacerdotali o con corni di letame piantati nelle notti di luna piena, hanno sostanzialmente bloccato le eradicazioni di quanti avrebbero voluto semplicemente seguire la scienza e seguire quanto sia le leggi italiane, sia le normative europee hanno previsto, consentendo al batterio di avanzare.

Capisca quindi la nostra paura e le nostre reazioni per un provvedimento del tutto simile in apparenza ad altri.

Il suo chiarimento, però, ci rasserena e ci fa ben sperare per il futuro.

Dalle sue parole, finalmente, sembra che si sia aperta la possibilità di punire chi, attraverso fake news e comportamenti omissivi, ha dato alla xylella la possibilità di avanzare.

Le chiediamo di continuare ad approfondire, con la dedizione e la grande professionalità che tutti noi agricoltori Le riconosciamo, i reati perpetrati da chi in questi anni ha diffuso notizie false, si è incatenato davanti ad alberi morti, ha insomma consentito al batterio di avanzare.

Desideriamo solo chiarezza e tempi rapidi.

Noi agricoltori, veri ambientalisti e amanti della terra, non vogliamo che la xylella distrugga i nostri campi e le nostre vite.

Per questo sono a chiederLe di accelerare, per quanto possibile, qualsiasi indagine per arrivare in primavera, stagione in cui prolifera la sputacchina, vettore che trasporta il batterio, pronti a combattere seriamente il batterio con tutte le armi che la scienza e la legge ci mette a disposizione.

Quella stessa legge che molti non hanno rispettato.

Abbiamo fiducia nella Magistratura, abbiamo fiducia in Lei. 

Cordiali saluti.

Onofrio Spagnoletti Zeuli

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