“L’economia italiana ha bisogno di misure straordinarie, inquadrate nell’ambito di un piano strategico a medio termine. Sono d’accordo con Giorgia Meloni che serve un ‘patto per lo sviluppo’, che coinvolga pienamente il mondo produttivo. Il Paese non cresce se non crescono l’economia e l’agricoltura. Noi siamo pronti a fare la nostra parte”. Lo ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, intervenendo al convegno-confronto con le forze imprenditoriali di Fratelli d’Italia su “Più impresa, più Italia”.
“Bisogna far ripartire gli investimenti pubblici, avvicinare le imprese ai mercati di sbocco all’estero. Ed occorre rilanciare l’export del Made in Italy agroalimentare che – se opportunamente valorizzato e facendo sistema – può salire di circa 10 miliardi di euro nel giro di pochi anni”.
“Le imprese hanno bisogno di una pubblica amministrazione più efficiente e di una vera e concreta apertura alle innovazioni tecnologiche – ha proseguito -. Sarà il grado di innovazione tecnologica a determinare nel prossimo futuro la capacità dei singoli Paesi di produrre ricchezza e posti di lavoro”.
Giansanti ha poi ricordato come il lavoro agricolo cresca e cambi, con un’evoluzione delle figure professionali occupate che, accanto alle tradizionali attività di coltivazione e di allevamento, si dedicano sempre più alla ricezione ed ospitalità turistica, alla trasformazione e commercializzazione dei prodotti, ai servizi conto terzi, alla tutela del territorio, alla produzione di biocarburanti e di energia elettrica, e all’utilizzo delle moderne tecnologie digitali.
“Il tema del lavoro è prioritario, ma per rilanciare l’occupazione è fondamentale intervenire per alleggerirne il costo, soprattutto in agricoltura, settore in cui è uno dei più alti in Europa”.
Per quanto riguarda i temi comunitari, Giansanti ha sottolineato che “l’Unione europea si rilancia, se è in grado di offrire maggiore crescita e sicurezza economica. Servono, perciò, nuovi strumenti per la stabilizzazione del ciclo economico e per la tutela dell’occupazione”.
“Non si fa molta strada riducendo il bilancio pluriennale dell’Unione e quello agricolo – ha concluso il presidente di Confagricoltura -. La politica agricola comune è una questione di sicurezza alimentare, di tutela dell’ambiente e di protezione delle risorse naturali”.
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