La Xylella Fastidiosa è una minaccia per tutta l’olivicoltura mediterranea ed europea, i trattamenti sperimentati in questi anni possono ridurre i sintomi, ma non eliminano il batterio e quindi l’applicazione tempestiva delle misure di controllo Ue resta l’unico modo per fermare la malattia. Queste, in sintesi, le conclusioni dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) espresse in due pareri resi noti oggi.
“Ha ragione l’Efsa, non bisogna abbassare la guardia e serve un impegno straordinario di tutti per arginare questo male endemico che ha già pesantemente compromesso l’olivicoltura pugliese – ha commentato Pantaleo Greco, presidente della Federazione nazionale Olivicola di Confagricoltura -. Abbiamo sempre sostenuto che è fondamentale la lotta alla diffusione della malattia, con il controllo costante e la distruzione delle piante contaminate, nonché di qualunque altro materiale possa essere veicolo di diffusione di organismi nocivi. Le zone cuscinetto vanno ampliate e non ridotte e le eradicazioni vanno praticate entro al massimo 30 giorni dalla scoperta dell’albero infetto”.
“Altrettanto indispensabile è la ricerca scientifica – ha proseguito Greco -. In quest’ottica sono state importanti le indagini condotte dal CNR, che ha scientificamente provato la relazione tra il ceppo di Xylella del Salento ed il disseccamento degli ulivi e testato le due cultivar tolleranti sino ad ora rintracciate; da segnalare pure gli studi condotti in Salento da Aprol (Organizzazione dei produttori afferente a Confagricoltura). Bisogna proseguire su questa strada per l’individuazione di cultivar olivicole immuni al batterio”.
“Oltre ad adeguati fondi europei e nazionali per fronteggiare questa pesantissima calamità ci attendiamo pure – ha concluso il rappresentante degli olivicoltori di Confagricoltura – un maggior rigore di Bruxelles per impedire l’accesso nella UE di nuovi patogeni ed organismi nocivi con il materiale vegetativo importato da Paesi terzi”.
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