Rispetto al 2000, nel 2018 aumenta il consumo di vino in Usa (+14%), Russia (+5%), Cina (+7%) e Regno Unito (+5%), si riduce in Italia (-9%) e Germania (-8%): è questo lo scenario commerciale per il settore vinicolo disegnato da Wine Monitor Nomisma. Complessivamente negli ultimi 18 anni il consumo è aumentato, passando da 226 milioni di ettolitri a 246 milioni. Numeri importanti che vanno sfruttati dalle nostre aziende ma per investire bene è fondamentale conoscere l’evoluzione del mercato.
In Italia, ad esempio, cresce la vendita del vino bio: dal 2014 al 2018 si è passati da 7,2 a 32,3 milioni; è cresciuto anche il prezzo medio dei vini (esclusi gli spumanti) da 2,39 euro a litro a 3,07. In Puglia, però, i vigneti bio rappresentano solo il 16,7% del totale, fetta molto inferiore rispetto al 41,6% della Calabria, il 36% della Sicilia e il 30,9% delle Marche (dati 2017). Cambia anche la composizione dell’export: nel 2010 il 45,7% delle vendite all’estero riguardavano “rossi fermi”, oggi la percentuale è calata 38,9%, mentre è cresciuta quella degli spumanti (da 11 a 24%). Complessivamente l’export è passato da 3,9 miliardi del 2010 a 6,2 miliardi nel 2018. La Francia è la regina nell’export dei vini rossi (4,2 miliardi), segue l’Italia (2,39 miliardi). L’82% dell’export di vino si concentra in 5 regioni: Veneto, Piemonte, Toscana, Trentino, Emilia Romagna. La fetta della Puglia è piccolissima, appena il 2,6%, però considerando gli ultimi cinque anni la Puglia è quella che ha fatto registrare la crescita maggiore di esportazioni: +67% contro una media nazionale del 23%.
I principali mercati di destinazione del vino pugliese sono Germania (29.3%), Gran Bretagna e Svizzera (10,7%), Usa (5%), Cina 3,9%, Giappone (2,7%). Nel 2018 l’export di vino ha superato il valore di 159 milioni di euro. Rispetto al resto d’Italia, è forte la presenza dei vini pugliesi in Germania, Cina, Svizzera; mentre è deficitaria in Usa.
Stando l’indagine Nomisma Wine Monitor Italia, i consumatori ritengono che in Puglia si produce il migliore rosso fermo e il migliore rosé fermo. Il Primitivo e il Negroamaro sono tra i primi cinque vini per crescita di volumi e valori, in particolare il Primitivo è secondo dietro al Lugana.
Commenta