“Le prime dichiarazioni del neo ministro delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova, pongono l’accento su alcuni temi cruciali riguardanti il rilancio del settore primario e agroalimentare: l’export, il lavoro, le filiere. Temi sui quali occorre ragionare al più presto per definire un programma strategico per l’agricoltura italiana”.
Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti interviene oggi sulle sfide che il nuovo governo si appresta ad affrontare per garantire la ripresa della crescita del Paese, riconoscendo e incrementando il contributo che l’agricoltura assicura all’economia italiana.
“Al premier Conte e al ministro Bellanova abbiamo confermato la collaborazione di Confagricoltura in questa direzione – sottolinea Giansanti – così come abbiamo fatto con il governo uscente e con l’ex ministro Centinaio, che ringraziamo per l’impegno profuso a favore del settore agroalimentare. In un contesto internazionale sempre più complesso – continua – servono decisioni immediate e iniziative a respiro pluriennale: infrastrutture, riduzione del cuneo fiscale sul lavoro, sburocratizzazione, investimenti per l’innovazione, la sostenibilità ambientale e la bioeconomia sono tappe fondamentali per la definizione del piano strategico dell’agricoltura che la nostra organizzazione caldeggia da tempo”.
“Abbiamo accolto con favore l’attenzione riservata dal premier Conte all’innovazione, in linea con il lavoro costante di Confagricoltura in questo ambito. La rinascita di un ministero dedicato all’innovazione e al digitale è un segnale di rilievo” – evidenzia Giansanti.
“Riguardo ai dossier più urgenti, come Xylella e cimice asiatica, – aggiunge il presidente – ci aspettiamo una veloce presa di posizione per ridare prospettive economiche ai comparti agricoli in grave crisi”.
Infine in Europa, Confagricoltura auspica che il nuovo governo prenda una chiara posizione sulle scelte fondamentali per il settore, sia per ciò che concerne la nuova Politica Agricola Comune, sia per la salvaguardia del budget agricolo nel bilancio UE: è importante che non ci siano discriminazioni tra le imprese e che si tenga conto che, grazie anche alla Pac, le aziende agricole italiane sono in grado di garantire standard produttivi di eccellenza riconosciuti a livello mondiale”.
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