Negli invasi lucani c’è il 40% in meno di acqua rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ma la situazione difficile non dovrebbe creare problemi idrici in Puglia. Ad assicurarlo è stato il presidente dell’Acquedotto Pugliese, Simeone di Cagno Abbrescia, in una intervista a La Gazzetta del Mezzogiorno. “Abbiamo necessità di trovare nuova acqua – ha detto il presidente – i dati ci dicono che di qui al 2030 servirà il 40% di acqua in più, e non ce lo abbiamo. Il fiume Pescara butta in mare migliaia di litri al secondo: si potrebbero captare per servire basso Abruzzo, Molise e il Foggiano, liberando risorse per servire il Salento”. Sulla situazione degli invasi, aggiunge: “Al momento è solo leggermente inferiore alle medie e lo scenario è di allerta moderata. Il problema è che le dighe non possono essere riempite perché Consorzi ed Eipli non hanno fatto le opere di protezione”.
Secondo le rilevazioni dell’11 febbraio le riserve della più grande diga della Basilicata, Monte Cotugno, sono diminuite complessivamente di oltre 110 milioni di metri cubi, circa il 50 per cento in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. Decremento sostanziale anche per la diga Pertusillo (da 89.778.000 dello scorso anno ai 69.810.000 del 2020), quasi 30milioni di litri in meno. Stessa situazione anche per la diga San Giuliano con oltre 16milioni di litri in meno.
Il clima anomalo, con un inverno poco piovoso e con temperature oltre le medie stagionali preoccupa i cittadini pugliesi. I recenti dati diffusi dall’Osservatorio ANBI sullo Stato delle Risorse Idriche del Paese descrivono una prospettiva allarmante per Puglia e Basilicata. Come riportato da Agipress i bacini idrici della Puglia trattengono attualmente circa 104 milioni di metri cubi in meno rispetto all’anno scorso; analogamente gli invasi della Basilicata segnalano un calo di oltre 87 milioni di metri cubi.
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