In attesa che si trovi velocemente una soluzione all’emergenza manodopera nelle campagne, Confagricoltura si è attivata per fare incontrare domanda e offerta di lavoro attraverso AgriJob, la piattaforma che facilita l’incontro tra aziende agricole e lavoratori.
Si tratta di un servizio di intermediazione, riconosciuto dal Ministero del Lavoro, che consente a chi cerca occupazione di essere messo in contatto direttamente con le aziende della propria provincia, e alle imprese di intercettare velocemente i candidati.
In queste settimane Confagricoltura ha richiamato l’attenzione sulla questione manodopera con l’espandersi dell’epidemia Coronavirus, proponendo alcune soluzioni per evitare di compromettere i raccolti: sono pervenute centinaia di segnalazioni da tutta Italia di persone disponibili a lavorare per la raccolta delle primizie. Di qui l’attivazione della piattaforma online.
Il funzionamento è semplice: il lavoratore compila il modulo che trova cliccando sul banner dedicato in homepage sul sito confederale www.confagricoltura.it, indicando la provincia di interesse; la sua candidatura viene smistata automaticamente alla sede territoriale di Confagricoltura, che la prende in carico e la segnala all’azienda che cerca manodopera.
Anche le imprese possono usare la piattaforma, pubblicando le offerte di lavoro, per essere così intercettate dai candidati del proprio territorio.
Con AgriJob Confagricoltura intende fornire una prima risposta utile in un momento cruciale per le attività agricole. “Rimane l’urgenza di trovare una soluzione normativa alla questione manodopera – afferma il presidente Massimiliano Giansanti – Bene quindi l’iniziativa della ministra Bellanova per trovare un ‘corridoio’ con la Romania che favorisca il reclutamento di manodopera già specializzata, ma bisogna accelerare”.
Sul fronte interno, Confagricoltura ha sollecitato l’introduzione di uno strumento normativo agile e immediato per impiegare, esclusivamente in questa fase emergenziale, le persone inoccupate o che percepiscono sussidi, senza far perdere loro tali diritti, inquadrandole nell’ambito del contratto collettivo nazionale di lavoro.
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