In alcune zone d’Italia la situazione è drammatica: la Liguria già ieri era in piena allerta rossa, in particolare nella Piana di Albenga, impianti distrutti e allagamenti che si sono estesi a tutto il Ponente. Serre sott’acqua, agriturismi distrutti, strade bloccate e danni enormi alle imprese già impegnate nella campagna olivicola. Da Confagricoltura Liguria è partita la richiesta dello stato di calamità per la regione che da tempo è messa a dura prova da eventi climatici eccezionali. Anche la Puglia, proprio in queste ore, è sferzata ad forti raffiche di vento ed è scattata l’allerta arancione della protezione civile.
Ma l’allarme arriva da tutto l’arco alpino: in Piemonte si sono verificate violente e abbondanti precipitazioni, esondazioni che hanno isolato intere località, con crolli e alluvioni soprattutto nella provincia di Cuneo. La situazione è analoga nelle province di Novara, Biella, Vercelli e VCO: paesi isolati, interruzione della corrente elettrica e circolazione bloccata.
In Valle d’Aosta il vento forte e la pioggia abbondante hanno causato la caduta di un albero che ha colpito, uccidendolo, un vigile del fuoco.
In Lombardia si segnalano frazioni aziende agricole isolate e numerose chiamate ai vigili del fuoco nelle province di Milano, Brescia, Bergamo e Pavia.
In Veneto è entrato per la prima volte in funzione il Mose, stabilizzando la marea.
Il maltempo si sta spostando al Centro-Sud.
Con l’autunno – evidenzia Confagricoltura – si accentuano gli episodi di maltempo che mettono in luce la fragilità del nostro territorio, ma gli episodi sono sempre più frequenti. Il cambio di passo dettato dall’emergenza Covid rende ancora più urgente la necessità di intervenire con un piano nazionale che ponga attenzione alla tutela del suolo e alla corretta gestione delle acque per evitare ulteriori dissesti idrogeologici.
Chiediamo – conclude Confagricoltura – che programmi e risorse siano impiegati nelle aree interne a forte vocazione rurale, dove è necessario agire in sinergia per dare risposte concrete ed efficaci, anche per evitare di dover adoperarsi a posteriori per ristorare danni sempre più ingenti.
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