“Apprezziamo l’impegno della ministra Bellanova nell’individuare misure a sostegno del settore agricolo, nonché della ristorazione, che con l’entrata in vigore dell’ultimo DPCM sono in forte crisi. Domenica abbiamo immediatamente chiesto al Governo un intervento per un segmento prioritario per l’economia nazionale”.
Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, alla notizia odierna della definizione di un pacchetto di misure di ristoro per gli operatori delle filiere maggiormente colpite dal DPCM.
La sospensione delle attività inciderà per circa 2,7 miliardi di euro di minori consumi.
“L’agricoltura – precisa Giansanti – pagherà un conto salato per le mancate vendite alla ristorazione. A soffrire sono diversi settori, in particolare quello vitivinicolo, che non si è ancora ripreso dal lockdown di primavera, ma con esso anche i comparti del pesce, dell’olio, della carne e dell’ortofrutta, compresa la IV gamma”.
Molti di questi prodotti, cosiddetti ‘premium’, sono fortemente rappresentativi del migliore Made in Italy agroalimentare e non sono presenti nella grande distribuzione, pertanto gli agricoltori non hanno la possibilità di allocare la merce in questo mese di chiusure anticipate di bar e ristoranti.
Il 30% del fatturato di vino, pasta, prodotti da forno, carni suine e avicole deriva dalle vendite al canale Ho.Re.Ca.; – precisa Confagricoltura – Si sale al 40% per la carne bovina e al 70% per i derivati dell’uovo.
“Gli imprenditori agricoli – prosegue Giansanti – sono anche preoccupati per le conseguenze di questo stop sul fronte dell’esposizione finanziaria. Ci aspettiamo che le promesse del Governo abbiano un seguito efficace e veloce, anche perché speriamo che questo sia l’ultimo sforzo chiesto alle imprese”.
“Lo ribadiamo con forza: dobbiamo andare oltre l’emergenza, con un piano per la ripresa – conclude il presidente di Confagricoltura – capace di garantire un futuro al tessuto economico e sociale del Paese”.
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