“Aumentare la produttività e la competitività. Sono queste le sfide che l’agricoltura ha di fronte per affrontare i nuovi scenari mondiali che chiedono da una parte di sfamare una popolazione in continuo aumento, dall’altra un sempre maggiore impegno per preservare le risorse naturali. Da qui la necessità per le imprese di diversificare sempre di più le proprie attività.” Così il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti intervenuto alla tavola rotonda “La nuova agricoltura. Agriturismo, vendite dirette, agroenergie: la rivoluzione delle attività connesse”, organizzata da Agribusiness 24, la recente piattaforma de Il Sole 24 Ore che raggruppa tutta l’offerta del gruppo nel settore food, dal campo normativo a quello industriale e finanziario, con analisi ed approfondimenti esclusivi.
Tra le attività connesse, particolarmente importante a parere del presidente di Confagricoltura c’è quella della produzione di energie rinnovabili. “Gli agricoltori – ha ribadito – devono continuare a produrre cibo, ma sempre più saranno chiamati a fornire servizi ecosistemici. In tale contesto le aziende agricole possono assumere un ruolo centrale nella transizione energetica, contribuendo non solo alla decarbonizzazione del settore attraverso la produzione di energia rinnovabile nei comparti della termica, elettricità e biocarburanti, da filiere a biomasse agricole e forestali, senza demonizzare il fotovoltaico da utilizzare nei terreni marginali e meno produttivi che esistono in ogni azienda, ma anche favorendo un incremento della capacità di assorbimento CO2 nei suoli e nei vegetali. Consentendo così di partecipare al processo di crescita della bioeconomia e dell’economia circolare e portando nuove opportunità di reddito nelle aree interne del Paese ove la disponibilità di biomasse è ampia ma scarsamente valorizzata.”
Per la transizione energetica il Recovery fund mette a disposizione 4,5 miliardi. “E’ un’occasione che non possiamo perdere – ha concluso Giansanti -. Gli agricoltori sono pronti ad investire nelle rinnovabili. C’è bisogno pero’ di iter procedurali e autorizzativi snelli e veloci, che ci consentano di utilizzare questi soldi nel breve tempo a disposizione. Sarebbe veramente grave se, per mancanza di coraggio, ci trovassimo un giorno a dover acquistare energie rinnovabili da altri Paesi a noi vicini”.
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