Pac, Psr, tecnologia, innovazione: sono solo alcuni dei temi affrontati dal presidente di Confagricoltura Bari-Bat, Michele Lacenere, durante l’Assemblea che si è svolta questa mattina a Bari, in Villa de Grecis, alla presenza del presidente nazionale dell’organizzazione, Massimiliano Giansanti, del governatore pugliese Michele Emiliano, del direttore di Confagricoltura, Francesco Postorino, e del direttore di Confagricoltura Bari-Bat, Vincenzo Villani, e in collegamento online con l’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia.
La Pac prevede 6,2 miliardi in meno per l’Italia. “La Pac – ha detto Giansanti – è importante per gli agricoltori ma a Bruxelles è stata scritta una Pac che non ci piace, siamo stati gli unici ad averlo detto. Questa Pac non guarda agli interessi degli agricoltori e dell’agricoltura ma nonostante questo noi andiamo avanti sempre di più verso le importanti sfide, che sono della sostenibilità e del cibo sicuro e su questo gli agricoltori pugliesi non hanno nulla da temere, anzi tutto da dimostrare”. “Dispiace – ha aggiunto – non aver avuto quell’attenzione politica ad un settore che è fondamentale e trainante nell’economia del Paese e che da tanto lavoro, e al Sud ancora di più”.
Sull’emergenza Xylella ha lanciato l’allarme: “Lo diciamo da anni, bisogna avere la responsabilità delle scelte, perché le scelte vanno fatte e prese. Non si può continuare a tergiversare e a non dare soluzioni. La Xylella rischia di diventare una emergenza nazionale perché se non si ferma faremo danni incalcolabili alla produzione di olio nazionale. Mi auguro e spero – ha proseguito – che, da una parte, quanto prima arrivino quelle risposte che possano dare rilancio ad un settore distrutto e a un territorio distrutto come quello del Salento; e dall’altra arrivino delle garanzie per la provincia di Bari, la Xylella inizia ad essere troppo vicina a questa zona”.
Sulla Pac, Lacenere ha evidenziato che “grazie all’azione della Confederazione e del presidente nazionale abbiamo limitato i danni che potevano derivare da una proposta irricevibile”. Lacenere si è augurato “che l’adeguamento affidato ai singoli Stati porti dei correttivi che consentano di attenuare l’impatto negativo che queste misure avranno soprattutto sulle aziende che danno occupazione e producono, realmente, cibo nazionale per le tavole dei consumatori”. “La riduzione di 6,2 miliardi di euro – ha fatto notare – unita alla condizionalità sociale e ambientale, rappresenta un duro ostacolo per l’attività delle aziende che dovranno investire, anche per poter continuare a lavorare nel solco della sostenibilità ambientale, con minori risorse finanziarie a disposizione. Tutto ciò, inoltre, senza dimenticare che gli intoppi creati dall’eccesso di burocrazia porteranno a sicuri problemi per tutte le aziende”.
Sul Psr “la politica di Confagricoltura Bari, che ha sempre chiesto e rispettato il confronto interno alla federazione regionale, consiste nel prevedere sostegno alle aziende che, realmente, investono e producono. Salvaguardando le graduatorie esistenti e valutando quali possono essere gli effetti negativi del mancato finanziamento alle aziende che, per dimensione e struttura, danno lavoro a centinaia di collaboratori per migliai di giornate ogni anno”, ha proseguito. Lacenere ha, quindi, ricordato quelli che devono essere i prossimi traguardi: “Accelerare la spesa per raggiungere gli obiettivi fissati al 31/12/2021, garantendo un rafforzamento della struttura operativa regionale; rispettare gli obiettivi di un’agricoltura sensibile al clima e all’ambiente, valutando positivamente anche l’agricoltura integrata; soddisfare le aspettative degli agricoltori in graduatoria, dando le giuste priorità d’intervento; assecondare i principali fabbisogni dell’agricoltura e del mondo rurale, che vedono la risorsa idrica al primo posto. E’ inconcepibile che milioni di metri cubi di acque depurate continuino ad essere sprecati, in una regione che si chiama “Sitibonda Puglia”, quando potrebbero essere tranquillamente utilizzati per scopi agricoli; supportare il piano di rigenerazione del Salento che, ad ogni modo, vede già cospicue risorse destinate all’uopo”.
Ma “la naturale risposta alle nuove regole si trova – ha continuato Lacenere – ovviamente, nella tecnologia. Troppo spesso diamo al termine 4.0 un significato meramente fiscale, è opportuno che il concetto concreto di robotica e digitale entri strutturalmente nelle nostre aziende agricole, soprattutto in quelle che per tipologia o quantità di produzione ne trarrebbero grandi vantaggi. Il settore primario ha davanti a sé una sfida epocale: produrre più cibo in quantità, qualità e salubrità per una popolazione mondiale in aumento ma, allo stesso tempo, impattare di meno sulle risorse naturali”. L’ultimo passaggio lo riserva alla fauna selvatica “sono anni che continuiamo a fare la conta dei danni e a sentire sempre le stesse cose. La Regione, che pure si è dotata di una legge a firma proprio dell’attuale assessore, non riesce a venire a capo della possibilità di un aumento degli abbattimenti grazie agli abbattimenti selettivi. Voglio pubblicamente ringraziare il Presidente del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, Francesco Tarantini, per la disponibilità e il supporto che ci offre in questa battaglia quotidiana”.
Il direttore Villani ha illustrato i notevoli progressi ottenuti dall’organizzazione in tutti i settori, la continua crescita nonostante l’emergenza Covid. Il bilancio è stato approvato dall’Assemblea.
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