“Le risorse di bilancio europeo devono essere adeguate agli obiettivi strategici annunciati dal nuovo Esecutivo e concordiamo, quindi, con la posizione di critica finora espressa dal Parlamento europeo, che sollecita risorse aggiuntive. E allo stesso modo apprezziamo il punto di vista del Governo italiano espresso dal premier Giuseppe Conte nei suoi recenti incontri.” Lo ha ribadito il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti intervenendo al convegno “Un nuovo bilancio europeo all’altezza delle sfide”, organizzato al Tempio di Adriano, a Roma, da Parlamento europeo, Commissione europea e Regione Lazio.
“Risulta difficile – ha detto Giansanti – puntare sulla neutralità climatica nel 2050 e recuperare il ritardo rispetto a Cina e Usa in ordine agli investimenti sull’intelligenza artificiale, con un bilancio ancorato all’1% del PIL degli Stati membri.”
Anche per quanto riguarda la PAC, è di tutta evidenza, per il presidente di Confagricoltura, la contraddizione tra obiettivi e risorse. Il “Patto Verde per l’Europa” chiama direttamente in causa l’agricoltura per rafforzare la sostenibilità ambientale dei processi produttivi.
“L’agricoltura può garantire la stessa quantità di cibo a 450 milioni di consumatori europei e salvaguardare i volumi di esportazione verso i Paesi terzi, riducendo la pressione sulle risorse naturali – ha rimarcato Giansanti – Però, per aumentare la sostenibilità ambientale occorre innovare, investire nella ricerca, nelle tecnologie avanzate, nel digitale. Inoltre, per effetto del plafonamento degli aiuti diretti della PAC, sarebbero colpite proprio le imprese più aperte agli investimenti e alle innovazioni.”
Per Confagricoltura anche la cosiddetta ‘convergenza esterna’ degli aiuti diretti va rivista. Non ha un fondamento economico, perché ignora le diversità che esistono negli Stati membri in merito ai costi di produzione ed al costo della vita.
“Attenzione a non far diventare la PAC uno strumento di redistribuzione delle risorse – ha ammonito Giansanti – compromettendo l’efficienza e la competitività delle imprese che producono per il mercato e che danno lavoro.”
Confagricoltura ricorda che il nuovo quadro finanziario pluriennale richiede il passaggio al Parlamento europeo, che può approvare o respingere la posizione del Consiglio, ma non emendarla. Il ritardo nella decisione sul nuovo quadro finanziario pluriennale dell’Unione può impattare negativamente sulla continuità dei programmi in corso e sul varo di nuove iniziative. Tuttavia, il rinvio è preferibile di fronte ad una decisione sbagliata.
“In assenza di un reale cambio di rotta – ha concluso Giansanti – il Parlamento dovrebbe prendere in considerazione la possibilità di non approvare la posizione del Consiglio europeo. Sarebbe un gesto forte, di grande responsabilità, ma che potrebbe risultare fondamentale per rafforzare la casa comune europea”.
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