“La Bioeconomia in Italia vale 317 miliardi di euro e occupa circa 2 milioni di persone. In Italia, nel Nord Est e nel Mezzogiorno il ruolo del settore è importante, e vede il Trentino Alto Adige e la Basilicata ai primi posti per valore aggiunto della Bioeconomia sul totale, con oltre il 9%. In questo mondo l’agricoltura c’è e ci sarà”.
Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, alla tavola rotonda dedicata alla transizione ecologica nell’ambito delle Bioeconomy Day in corso a Ravenna.
Confagricoltura ha da tempo una sezione dedicata a questo comparto, proprio perché crede in nuovi modelli produttivi finalizzati a migliorare le performance senza deteriorare le risorse naturali.
“In questa direzione – ha detto Giansanti – il Carbon Farming avrà un ruolo sempre più determinante ed è per questo che stiamo investendo per abbattere le emissioni in atmosfera e far sì che l’agricoltura possa dare un contributo importante per raggiungere gli obiettivi di neutralità del 2050”.
Oltre 30 anni fa Raoul Gardini aveva pronosticato la centralità dei temi della Bioeconomia, dell’economia circolare e della chimica verde, che oggi sono indirizzi obbligatori delle politiche internazionali – ha aggiunto Giansanti -. In questi decenni si è passati da una gestione delle eccedenze produttive a una gestione delle possibili carestie, anche alla luce di quanto sta succedendo con la guerra in Ucraina. La PAC negli anni ha privilegiato politiche che hanno destrutturato la capacità produttiva: oggi occorre rivedere quel modello rispondendo alle nuove emergenze legate alla sicurezza alimentare e preservando le risorse naturali. Le imprese che investiranno in questa direzione e che valorizzeranno la bioeconomia e l’economia circolare, dovranno necessariamente avere un riconoscimento.
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