La Giunta di Confagricoltura ha deciso di aderire all’iniziativa partecipativa di docenti e studenti della facoltà di Scienze Biologiche dell’Università di Wageningen, in Olanda, per la raccolta di un milione di firme in tutta l’Unione per chiedere la revisione della normativa europea in materia di OGM e per tenere conto dell’evoluzione delle tecniche di selezione genetica.
“In tutto il mondo – osserva Confagricoltura – la ricerca applicata alle varietà vegetali sta sviluppando piante ad evoluzione assistita (senza introduzione di geni esterni nel DNA, come avviene per gli OGM) nelle quali il processo di evoluzione genica che avviene in natura è semplicemente accelerato con la tecnica di genome editing”.
L’università olandese è collegata al Farmers-Scientists Network (FSN) di cui anche Confagricoltura fa parte insieme alle Organizzazioni professionali di altri Paesi europei.
“C’è un movimento che parte dal mondo dello studio e della ricerca e che coinvolge i cittadini che – sottolinea la Giunta di Confagricoltura – vuole ottenere l’aggiornamento della direttiva CE 2001/18, relativa agli organismi geneticamente modificati e mettere in chiaro dal punto di vista giuridico ciò che è ormai ampiamente acquisito dal punto di vista scientifico. E cioè che le più recenti innovazioni tecniche nel campo della selezione vegetale (genome editing) portano a miglioramenti del corredo genetico delle piante simili a quanto può essere ottenuto con metodi tradizionali o a quanto può accadere casualmente in natura, ma con maggior precisione e rapidità, quindi non ha senso vietarne l’utilizzo come se si trattasse della transgenesi da cui si ottengono gli OGM”.
Daremo il nostro attivo contributo all’iniziativa partecipativa avviando in tutta Italia dibattiti, approfondimenti scientifici e divulgativi, momenti di raccolta firme – conclude la Giunta di Confagricoltura -. Vogliamo si avvii una riflessione, in tutta Europa e nel nostro Paese, sulle nuove tecniche che possono dare la possibilità di selezionare varietà vegetali geneticamente evolute, in tempi più rapidi di quelli che richiede l’evoluzione naturale; si tratta di tecniche sicure, che mantengono intatta l’identità genetica ‘tipica’ della pianta e che sono quindi perfette per un’agricoltura come la nostra che vuole conservare la tipicità delle produzioni vegetali ma anche proteggere in modo sostenibile la salute delle piante”.
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