“In generale il settore delle bioenergie sta attraversando una fase molto critica che parte dalla scarsa attenzione data al settore dall’attuale ‘Strategia energetica nazionale’ (che in alcuni casi prevede un blocco dello sviluppo) e che oggi sconta la mancata definizione di nuovo quadro di incentivazione della produzione elettrica del biogas e delle biomasse per il periodo 2018-2020”. Lo ha sottolineato Ezio Veggia, presidente della Federazione Bioeconomia di Confagricoltura, intervenendo a Bologna, alla seconda conferenza nazionale di Legambiente, “L’era del biometano”.
“Le forti aspettative sullo sviluppo del biometano da matrici agricole, destinato ai trasporti – ha proseguito il rappresentante di Confagricoltura – rischiano di essere drasticamente ridimensionate a causa di rigide interpretazioni del decreto biometano (DM 2 marzo 2018) emerse in questi mesi circa alcuni limiti sulla riconversione degli impianti esistenti”.
Ad avviso di Confagricoltura, “è quanto mai concreto il rischio che proprio il settore agricolo, che in questi anni ha fortemente creduto nel biometano e lavorato per la definizione dell’attuale regime di incentivo, non sia messo in grado di sfruttare le potenzialità di crescita e l’esperienza acquisita sul biogas. Con effetti negativi anche sulla sostenibilità economica, ambientale e sociale, viste le molteplice ricadute positive della produzione di biometano da residui e materie agricole sull’ambiente (di riduzione delle emissioni e di gestione del suolo) e sulla società civile (migliore gestione dei residui e dei sottoprodotti e presidio del territorio)”.
Tutto questo a fronte di uno scenario internazionale sui cambiamenti climatici, ulteriormente evidenziato nella recente relazione dell’IPCC (Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico), che sottolinea l’assoluta necessità di mantenere entro 1.5°C l’incremento di temperatura attraverso una drastica riduzione delle emissioni. Un risultato che potrà essere raggiunto solo attraverso una completa decarbonizzazione del sistema energetico (sostituzione di fossili con rinnovabili), una forte azione di assorbimento della CO2 (carbon negative) e l’adozione di politiche centrate sugli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU.
“Gli scenari ipotizzati dagli esperti evidenziano – ha proseguito Ezio Veggia – un ruolo fondamentale dell’agricoltura, delle foreste e delle bioenergie non solo in termini di capacità di riduzione delle emissioni globali di CO2, ma anche e soprattutto in termini di sottrazione della CO2 dall’atmosfera. La stessa Politica agricola comune per il post 2020 sta concentrando la propria attenzione sempre più sui temi ambientali, sulla lotta ai cambiamenti climatici, sull’economia circolare e sulla bioeconomia; obiettivi da raggiungere avvalendosi delle più moderne tecniche agronomiche, tra cui l’agricoltura di precisione; tutti elementi che già contraddistinguono la filiera italiana del biogas agricolo”.
Ha concluso il rappresentante di Confagricoltura: “E’ indispensabile, anche attraverso il ‘piano energia-clima’, che dovrà essere emanato a breve dai ministeri competenti, ridare forza al settore bioenergie attraverso l’attuazione del decreto biometano che permetta anche di riconvertire gli impianti a biogas esistenti; il nuovo regime di sostegno alla produzione elettrica per i piccoli impianti a biogas e biomasse (300 KW)”.
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