Soddisfazione viene espressa dal presidente di Confagricoltura Bari-Bat, Michele Lacenere, in merito alla decisione della Regione Puglia di stanziare un milione di euro per offrire un sostegno alle aziende zootecniche danneggiate dall’improvvisa crisi dovuta al Covid-19. Ieri si è tenuta una riunione del “Tavolo latte” istituito dalla Regione Puglia alla quale hanno partecipato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, il direttore del dipartimento Agricoltura Gianluca Nardone, il consigliere regionale Domenico Damascelli, tutte le organizzazioni e le rappresentanze del mondo della trasformazione.
Il presidente Emiliano ha comunicato che, preso atto delle indicazioni ricevute dalle OO.PP, la Regione ha provveduto a stanziare in bilancio la somma di un milione di euro per offrire un sostegno alle aziende zootecniche danneggiate dall’improvvisa crisi dovuta al Covid-19. Ha anche ipotizzato lo stanziamento di una somma che offra un aiuto finanziario a quelle strutture di trasformazione che hanno dovuto ricorrere a strumenti di emergenza per stoccare i quantitativi di latte in eccesso. I provvedimenti serviranno ad evitare gravi ripercussioni economiche e finanziarie su tutti i componenti di una filiera costruita, nel tempo, per garantire la valorizzazione delle produzioni locali e saranno offerti a quelle strutture che lavorano al suo interno rispettandone tutte le componenti. Il presidente Lacenere commenta positivamente gli esiti della riunione: “I caseifici – dichiara – che hanno mantenuto, prima e durante l’emergenza, un comportamento corretto nei confronti degli allevatori devono essere aiutati, dalla collettività, a rimanere attivi nel sistema Puglia. Questo perché rappresentano l’elemento di garanzia nei confronti di quanti non si fanno scrupoli nell’utilizzare il brand Puglia per commercializzare prodotti che poco o nulla hanno a che fare con la nostra Regione. L’aiuto concesso agli allevatori, da parte della Regione, permetterà di alleggerire il gap finanziario subito in questa fase così critica e renderà più agevole il saldo delle cifre dovute per il mese di marzo. Mi auguro – conclude – che rientri questa situazione di emergenza e che, con la ripartenza delle attività, vengano recuperati quei consumi persi a causa del distanziamento sociale imposto a tutti noi dalla pandemia. Sono state fatte proposte concrete, condivise piattaforme di rilievo, spero che ciò serva a mantenere serenità in un ambiente che non necessita di divisioni ma di iniziative unitarie”.
Il presidente Lacenere ha voluto fare un passaggio sulla trasmissione Report che ha sollevato non poche polemiche nei giorni scorsi, riprendendo nei toni e nei contenuti quanto riportato in una nota di Agrinsieme nazionale: “Ritengo gravissimo che il servizio pubblico l’invio di messaggi erronei e privi di qualsiasi fondamento scientifico che danneggiano un’attività millenaria che, da sempre, aiuta l’uomo a mantenere habitat naturali soddisfacendo, nel contempo, il fondamentale bisogno dell’alimentazione. Ritengo ancora più grave, soprattutto in un momento triste e delicato quale quello che sta attraversando il Paese, collegare il ruolo degli allevamenti alla grave pandemia del COVID-19, o Coronavirus, senza che ciò sia supportato da alcuna evidenza scientifica, mettendo in discussione un settore che ha garantito produttività, nonostante le difficoltà evidenti, garantendo cibo e rifornimenti a tutti, nel pieno rispetto delle prescrizioni sanitarie. Senza dimenticare il ruolo svolto dagli allevatori nella riduzione dell’inquinamento e biosicurezza, nel pieno rispetto della salute e benessere degli animali allevati, contribuendo alla produzione di cibo sostenibile, di qualità e di alto valore nutrizionale. La gravità della situazione del Paese, inoltre, e le conseguenti misure adottate per il contenimento della pandemia con il blocco pressoché totale di numerose attività, ha portato a una riduzione dell’inquinamento dell’aria nell’ordine del 30%, nonostante la normale attività agricola, ed infatti ISPRA certifica che l’agricoltura è responsabile di emissioni di PM10 e PM2.5 in percentuali nettamente inferiori e meno significative a quelle di altri comparti produttivi. Sempre l’Ispra, infine, certifica che l’aumento di polveri sottili, rilevato in Italia alla fine di marzo, deriva dalle correnti atmosferiche e dalle polveri provenienti dalla zona del Mar Caspio, e non dallo spandimento dei liquami zootecnici nei campi, E’ ora di porre un limite alle fake, artatamente create, che danneggiano l’immagine dell’agricoltura italiana vanificando il corretto lavoro degli imprenditori agricoli”.
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