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Coronavirus, Confagricoltura: dl “Cura Italia” primo passo, ma le imprese agricole chiedono uno sforzo maggiore

Le misure varate dal Governo con il Decreto Legge “Cura Italia” sono una prima risposta allo shock economico che sta vivendo il nostro Paese. Al di là degli aspetti sanitari, che sono la priorità assoluta, è necessario che in questo momento si evitino speculazioni e che ognuno faccia la propria parte. Per Confagricoltura significa occuparsi delle aziende agricole e delle loro attività, indispensabili per la tenuta economica della Penisola.

In quest’ottica occorre, pertanto, che gli interventi compensativi previsti da questo decreto di marzo siano il più possibile a beneficio delle imprese che stanno vivendo una profonda crisi.

Le aziende continuano a lavorare e garantire cibo per i rifornimenti ai negozi alimentari. Ma ci sono comparti in ginocchio, sia per la riduzione dei consumi, sia per le difficoltà di esportazione. E’ il caso del settore florovivaistico, sul quale si regge l’intera economia di alcuni territori e che occupa 100mila addetti, ma anche del lattiero-caseario (non solo bovino, ma anche bufalino e ovicaprino), con caseifici e latterie che riducono drasticamente le acquisizioni di prodotto. Ci sono poi segnali che indicano già un estendersi di questo fenomeno ad altri comparti, come quello delle carni (suine, bovine e altre) e dell’ortofrutta.

In merito alle problematiche derivanti da queste forti perdite di fatturato, Confagricoltura chiede che, nell’annunciato decreto di aprile, ci siano misure di compensazione che vadano oltre quelle fiscali e creditizie, in particolare per i comparti con produzioni deperibili, come il florovivaismo, e per le produzioni che riforniscono il canale Ho.Re.Ca, ad esempio il vino.

Per la parte fiscale, viste le oggettive difficoltà degli scambi internazionali, acuite dagli ingiustificati attacchi al Made in Italy agroalimentare e dalle disdette unilaterali dei contratti che hanno causato forte carenza di liquidità, Confagricoltura chiede, in particolare, l’estensione a tutte le categorie di imprese – indipendentemente dal fatturato – della sospensione del versamento dell’IVA, delle ritenute alla fonte, dei contributi previdenziali e degli altri tributi dovuti nel periodo compreso dal 16 marzo al 31 maggio 2020. In questo senso è d’obbligo una decisione immediata.

Tra le priorità Confagricoltura segnala che anderebbe anche previsto il consolidamento di tutte le passività onerose a tasso agevolato, oppure con un adeguato periodo di preammortamento.

Inoltre, sempre nell’ottica di assicurare liquidità immediata alle aziende, anderebbero velocizzati tutti i pagamenti in sospeso della PAC.

Il fondo indigenti, inoltre, già attivato per alcuni comparti, ad avviso di Confagricoltura, andrebbe allargato ad altri settori.

Riguardo alle prestazioni di lavoro, per favorire il reclutamento di manodopera da parte delle imprese agricole, per le operazioni sia di semina, sia di raccolta, sarebbe necessario consentire il ricorso al contratto di prestazione occasionale anche oltre i limiti attualmente previsti dalla normativa vigente e la procedura semplificata per la comunicazione di assunzione.

Per affrontare la fase di emergenza, Confagricoltura propone inoltre, per tutto il settore agroalimentare, che il lavoratore possa usufruire del congedo familiare concordato con il datore di lavoro sulla base delle rispettive esigenze.

L’Organizzazione continuerà a fare la propria parte a difesa e valorizzazione di un settore che non si ferma e sta dando ulteriormente prova di essere fondamentale per l’Italia.

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