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Cresce l’export di grano duro turco e l’Italia ne è il principale porto di approdo: lo studio di Confagricoltura su Affari & Finanza

Negli ultimi dieci anni la capacità produttiva e la competitività sul mercato globale della filiera turca del frumento sono cresciute in modo significativo. Le esportazioni verso l’Europa sono aumentate. Allo stesso tempo è cresciuta anche la quantità di grano duro che è arrivata in Italia (il 74 per cento del prodotto esportato dalla Turchia verso l’Europa ha raggiunto il nostro Paese), lo evidenzia Vincenzo Lenucci, direttore delle politiche di sviluppo economico delle filiere agroalimentari e del centro studi di Confagricoltura nello studio “Analisi e scenari del commercio del frumento duro della Turchia” oggi su Affari e Finanza.

Il fatto che la maggior parte dell’export di grano duro della Turchia faccia rotta verso l’Italia desta non poche preoccupazioni tra i produttori, anche per l’impatto che questo ha sulle quotazioni. Nel nostro Paese l’anno scorso, a partire da settembre 2023, si è infatti registrato un crollo dei prezzi, passati da 40 a 31 euro al quintale.

La Turchia, come ricorda Confagricoltura, avendo avviato un processo di modernizzazione della produzione di grano duro, abbandonando le superfici meno produttive e aumentando la resa nelle aree più fertili, ha fatto registrare una notevole evoluzione nell’arco di un decennio. E dal 31esimo posto nel ranking dei principali Paesi esportatori con un valore di 106 milioni di dollari e 360mila tonnellate esportate del 2013, ha raggiunto il 14esimo posto nel 2023 con un valore di 747 milioni di dollari e 1,8 milioni di tonnellate esportate.

L’Italia, evidenzia la Confederazione, è il principale porto di approdo del grano duro turco. Se nel 2020 il grano turco rappresentava soltanto l’1,4 per cento delle importazioni italiane, nel 2023 la percentuale è salita al 13,6 per cento. Cifre indicative di un cambio significativo nelle dinamiche del mercato del grano duro in Italia e nel ruolo della Turchia come fornitore. Il rischio è per la tenuta del mercato: un ulteriore crollo dei prezzi, infatti, potrebbe danneggiare fortemente le nostre produzioni.

A parere di Confagricoltura è necessario, pertanto, monitorare la situazione e verificare come evolve. Se la Turchia continuasse a crescere e a consolidare la propria posizione sui mercati internazionali le ripercussioni sarebbero inevitabili. Allo stesso tempo occorre lavorare insieme, produttori agricoli e trasformatori, per superare le criticità della filiera e valorizzare la materia prima nazionale di grano duro.

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