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Dal Vinitaly l’allarme di Confagricoltura: “Da una hard Brexit conseguenze pesanti per il vino italiano”

“Serve una lunga proroga per la “Brexit”, per evitare il recesso senza regole del Regno Unito dalla UE e per concordare il futuro delle relazioni commerciali bilaterali. Le imprese agricole non possono continuare ad operare in condizioni di assoluta incertezza”. E’ la presa di posizione congiunta delle associazioni degli agricoltori del Regno Unito e della Repubblica d’Irlanda, che hanno deciso di riunirsi simbolicamente al confine tra Irlanda e Irlanda del Nord a pochi giorni dalla riunione straordinaria del Consiglio europeo dedicato alla ‘Brexit’.

“Ci associamo alla presa di posizione dei nostri colleghi britannici ed irlandesi”, ha dichiarato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. “Il mondo agricolo europeo – ha proseguito Giansanti – è compatto nel chiedere ai capi di Stato e di governo dell’Unione di fare tutto il possibile per evitare un recesso senza regole del Regno Unito, che avrebbe conseguenze particolarmente negative per le imprese e sull’andamento degli scambi commerciali”.

Il Regno Unito, ricorda la Confagricoltura, importa ogni anno dagli altri Stati membri della UE prodotti agroalimentari per un valore di circa 40 miliardi di euro. Anche per il settore vitivinicolo l’impatto di una ‘hard Brexit’ sarebbe pesante, considerato che il 55% dei vini consumati nel Regno Unito arriva dalla UE.

Secondo un’analisi svolta dall’Associazione britannica del commercio di vini e liquori (Wine and Spirits Trade Association), i prezzi al consumo sono destinati a salire in misura sensibile.

“In vista della ‘Brexit’, ha evidenziato Giansanti – il prezzo medio per una bottiglia di vino (5,56 sterline) ha già raggiunto un livello record”. Senza considerare che, con l’uscita dalla UE, il Regno Unito non avrà più accesso al sistema di controllo elettronico per il pagamento delle accise (Emcs). Per ogni partita di vino in arrivo dalla UE dovrebbero essere compilati manualmente appositi formulari e svolti controlli di laboratorio.

“Il costo degli adempimenti doganali è stato stimato in 70 milioni di sterline l’anno – ha indicato il presidente di Confagricoltura – che sarebbe inevitabilmente trasferito sui consumatori con una perdita di competitività dei nostri prodotti”.

“Non a caso, nelle ultime settimane si è assistito nel Regno Unito ad un aumento record, nell’ordine del 20 per cento, degli acquisti di vino rispetto agli anni passati”.

C’è il timore che, in caso di ‘hard Brexit’, si possa verificare un blocco, di fatto, del commercio per un periodo di almeno un mese.

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