Prendiamo atto della presa di posizione del Parlamento europeo sulla comunicazione “From Farm to Fork” che ha, peraltro, ripreso alcune delle proposte che avevamo presentato nel corso dei lavori. Resta però aperta la questione di fondo per le prospettive delle imprese agricole: la mancanza di uno studio della Commissione sull’impatto che avrebbero le misure contenute nella comunicazione in esame”.
E’ il commento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in relazione alla votazione, a maggioranza, del Parlamento europeo alla F2F. “L’Esecutivo della UE si è ufficialmente limitato a valutare nei giorni scorsi come incomplete le valutazioni già svolte, ma – afferma Giansanti – non ne ha contestato le univoche conclusioni secondo le quali l’agricoltura europea sarebbe destinata a una riduzione delle produzioni e dei redditi, senza significativi vantaggi per l’ambiente. Perché dovrebbero crescere le importazioni per far fronte al fabbisogno alimentare dei cittadini negli Stati membri”.
“Per di più, la Commissione non ha neppure indicato se intende meno colmare le lacune rilevate nelle valutazioni esterne”. Confagricoltura ricorda che le valutazioni sono state svolte dall’USDA, il dipartimento di Stato Usa all’agricoltura, dal Centro Comune di Ricerca che svolge consulenze scientifiche per la Commissione Ue e, da ultimo, dall’Università di Kiel, in Germania. Sotto il profilo procedurale, la relazione del Parlamento e le conclusioni già approvate dal Consiglio Agricoltura dell’Unione passeranno ora alla Commissione in vista della presentazione delle formali proposte di regolamento. “Il dossier, quindi, non è affatto concluso”, ha sottolineato Giansanti.
Secondo i dati resi noti dalla Commissione, negli ultimi anni è stato ridotto il ricorso alla chimica nei processi di produzione e l’emissione di gas ad effetto serra (meno 25% dal 1990), senza però tagliare le produzioni. “Siamo consapevoli che dobbiamo accrescere il nostro contributo alla transizione ecologica, – conclude il presidente di Confagricoltura – ma non servono i divieti. La strada da seguire è quella delle innovazioni e degli investimenti”.
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