Il contratto collettivo nazionale è, e rimane, la stella polare del lavoro in agricoltura. All’interno di quel perimetro la politica deve tuttavia individuare le forme più snelle e percorribili per dare risposte certe alle imprese e agli addetti.
E’ questa la posizione di Confagricoltura emersa nel webinar organizzato dall’Organizzazione leader nella rappresentanza dei datori di lavoro agricolo insieme ad Umana e Agronetwork, a cui ha preso parte anche il Sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali, Tiziana Nisini, per fare il punto della situazione alla vigilia della stagione di raccolta nei campi.
Si sono confrontati il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, la presidente di Umana, Maria Raffaella Caprioglio e la presidente di Agronetwork Luisa Todini, oltre al direttore dell’Area Lavoro e Welfare di Confagricoltura, Roberto Caponi; il presidente di Adapt, Università Lumsa di Roma, Emmanuele Massagli; il direttore centrale coordinamento giuridico INL, Danilo Papa, e Flavio Pimpinella, dell’Ufficio Legale di Umana. Sono intervenuti anche i segretari nazionali di Fai Cisl, Onofrio Rota; di Flai Cgil, Giovanni Mininni e di Uila Uil, Stefano Mantegazza.
Le aziende si trovano oggi in una situazione di difficoltà: da un lato devono continuare a svolgere la propria attività, tanto più nel periodo emergenziale per soddisfare il fabbisogno alimentare del Paese, dall’altra faticano a reperire sul mercato, in tempi rapidi, manodopera professionalizzata che garantisca adeguati livelli di produttività.
Resta quindi forte la spinta a forme di esternalizzazione, ma permane la preoccupazione delle imprese di incorrere in possibili violazioni di una normativa – quella sugli appalti di servizi – che presenta ampie zone grigie e solleva forti dubbi interpretativi che possono portare all’applicazione di sanzioni assai gravose.
Occorrono quindi adeguate politiche per favorire un’occupazione più stabile e di qualità anche nel settore agricolo, attraverso la rimozione degli ostacoli che scoraggiano le imprese nell’assunzione, quali l’elevata pressione fiscale e contributiva sul lavoro, la complessità degli adempimenti, gli incentivi per l’assunzione effettivamente fruibili.
Nella gestione di AgriJob, il portale della Confederazione riconosciuto dal Ministero del Lavoro che incrocia domanda e offerta di manodopera, Confagricoltura ha rafforzato l’accordo con Umana, l’agenzia italiana per il lavoro con 140 filiali operative sul territorio, proponendo anche la formazione gratuita per le imprese e i lavoratori.
Contemporaneamente – è emerso dal webinar – si sta affermando anche nel settore primario il fenomeno delle cosiddette ‘esternalizzazioni’, ossia dell’affidamento ad altre imprese dello svolgimento di alcune fasi del processo produttivo agricolo. Accanto al tradizionale ‘contoterzismo’ si assiste allo sviluppo di altre forme di esternalizzazione (appalto) che riguardano fasi del processo produttivo meno meccanizzate, in cui prevale l’elemento umano e manuale (ad esempio la raccolta). Ma in agricoltura si sta diffondendo con una certa rapidità anche la somministrazione di lavoro, fino a qualche anno fa illustre sconosciuta.
Mentre per la somministrazione esiste un quadro normativo e una disciplina amministrativa (albo delle imprese autorizzate), che consente alle aziende di utilizzare tale forma contrattuale con un certo grado di sicurezza, altrettanto non si può dire per l’appalto di servizi, specie quello labour intensive, ove esistono larghi margini di incertezza, quando invece sarebbe essenziale che le imprese potessero esternalizzare le attività nell’ambito di un quadro normativo chiaro e stabile, in grado di garantire certezze.
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