“Respingiamo al mittente le accuse scomposte e gratuite che provengono da chi non ha letto (o voluto capire) il nostro comunicato. Per fortuna scripta manent.” Così Confagricoltura risponde alle critiche superficiali espresse in questi giorni sulla posizione confederale relativa alla politica della qualità dell’olio di oliva italiano.
Proprio nell’interesse degli olivicoltori, Confagricoltura ha evidenziato la necessità di un approccio pragmatico per superare le difficoltà strutturali e commerciali del comparto. Difficoltà che, purtroppo, sono all’ordine del giorno nonostante siamo tra i primi al mondo per livelli produttivi, biodiversità – con oltre 500 cultivar che danno vita ad oli unici nel panorama mondiale – per qualità delle produzioni, cultura, salvaguardia ambientale e paesaggistica, sviluppo e ricerca tecnologica. Chi ha criticato la posizione di Confagricoltura ha estrapolato dal contesto, commentando in maniera inappropriata e fuori luogo, solamente una frase, costruendo un ragionamento del tutto pretestuoso e completamente differente dal nostro articolato punto di vista.
Confagricoltura, infatti, ritiene che, se si vuole valorizzare il nostro extravergine, il riferimento ad un solo elemento, tema che il Mipaaf ha preannunciato che sarebbe stato affrontato in ambito COI, sia limitante e che sia invece necessario considerare anche altri parametri, come gli etilesteri, i perossidi, i polifenoli e i parametri spettrofotometrici, oltre a puntare sulla differenziazione organolettica e il panel test, strumento ineludibile per non correre il rischio di escludere dalla gamma degli extravergini oli italiani con caratteristiche organolettiche ottime, e ammettere oli stranieri sensorialmente discutibili. Chi ha semplicisticamente “liquidato” la nostra posizione dovrebbe, invece, farsi qualche domanda sulle responsabilità di questo stato di cose.
Piuttosto, occorrerebbe riflettere e confrontarsi su come, concretamente, valorizzare e promuovere questo nostro patrimonio, nell’interesse degli olivicoltori italiani. A Confagricoltura, da sempre, stanno a cuore le imprese e le richieste dei consumatori, sempre più attenti alla qualità dei prodotti e consapevoli nei loro acquisti. Purtroppo – conclude Confagricoltura – c’è ancora chi preferisce formulare critiche assurde e inaccettabili, con toni e termini che evidenziano solo nervosa arroganza e che ritualmente mirano a creare divisioni.
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