L’annata olivicola 2019/2020 sarà ricordata come una delle peggiori degli ultimi decenni dal punto di vista dei prezzi di mercato. Qualcuno mettendo a confronto l’annata 2018/2019 con quella del 2018/2019 ha parlato prima di gelata atmosferica e poi di gelata dei prezzi: non aveva tutti i torti.
A gennaio 2019 il listino prezzi dell’olio extra vergine sfuso della CCIAA di Bari quotava € 6,10/kg ed alla data del 12 novembre 2019 quotava € 3,80/kg: una discesa secca quasi del 50% in 10 mesi non si era mai registrata. In realtà nei mesi successivi a novembre 2016 l’olio extra vergine sfuso ha continuato a scendere fino a raggiungere gli attuali prezzi di € 2,70/kg;la data del 12 novembre non è stata scelta a caso in quanto ci sono degli strumenti comunitari che, in caso di crisi dell’olio vergine, intervengono a sostegno del settore.
Parliamo del regolamento comunitario che interviene per l’aiuto all’ammasso privato di olio di oliva: quando il mercato è particolarmente in crisi è importante togliere prodotto dal mercato stesso per evitare di ingolfarlo, di prolungare e di esacerbare ulteriormente la grave perturbazione del mercato.
Infatti, in data 8 novembre 2019, quando cioè la picchiata dell’olio italiano era nota, viene pubblicato il regolamento di esecuzione (UE) 2019/1882 della commissione recante apertura di gare per l’importo dell’aiuto all’ammasso privato di olio di oliva. Risulta particolarmente “interessante” soffermarsi sulla premessa di questo regolamento, che si riporta testualmente:
“Considerando quanto segue: prezzi degli oli di oliva vergini sui mercati spagnolo, greco e portoghese sono rimasti costantemente bassi”.
Ci si chiede : In Italia l’olio extra vergine di oliva scende in picchiata quasi del 50% in 10 mesi e la commissione europea pubblica un regolamento in cui nelle premesse si citano solo Spagna, Grecia e Portogallo? Sorge il fondato dubbio che gli europarlamentari di questi paesi siano stati molto più attenti dei nostri o quantomeno più interessati al benessere dei loro concittadini.
Non demordiamo e,presi dalla voglia di fare, informiamo le aziende associate della possibilità di accedere comunque agli aiuti per l’ammasso privato evidenziando ai potenziali fruitori che si tratta di una gara, che bisogna fare un’offerta e che è solo la commissione a scegliere ed a fissare il prezzo. Gli operatori ci chiedono: su quale base la commissione adotta il prezzo? Si tiene conto dei prezzi di mercato e dei costi di produzione? Ci informiamo e nessuno sa dirci quali siano,di fatto, i criteri: è una gara, ma non si conoscono le regole. Noi continuiamo a svolgere attività sindacale e di pressione facendo appello al buon senso della commissione europea.
La prima procedura di gara scade il 26 novembre 2019. La campagna olivicola pugliese è iniziata da pochi giorni e nessun operatore vi partecipa. La gara si conclude con 3.650 tonnellate di olio di oliva ammesse all’aiuto così fissato.
a) 0,00 EUR per tonnellata al giorno di olio di oliva extravergine;
b) 0,83 EUR per tonnellata al giorno di olio di oliva vergine;
c) 0,83 EUR per tonnellata al giorno di olio di oliva lampante.
Non è dato di sapere quali sono le aziende ed i Paesi di provenienza dell’olio ammesso all’aiuto, ma il sospetto che si tratti principalmente di olio spagnolo appare abbastanza chiaro. Altro aspetto importante è che non è proprio previsto aiuto per l’extra vergine. Ci si chiede: come mai l’olio di maggiore qualità e che avuto la maggiore picchiata di prezzi non fruisce di aiuti o non ci sono offerte? I più malignano che sia stato scritto un regolamento di esecuzione per aiutare l’olio spagnolo.
Arriviamo alla seconda procedura di gara che scade il 17 dicembre 2019. Agea pubblica una circolare contenente le istruzioni operative per la concessione dell’aiuto all’ammasso privato dell’olio di oliva vergine in data 16 dicembre 2019 (24 ore prima della scadenza!) ;alle perplessità di alcuni operatori,agea risponde che, a prescindere da questa circolare, si poteva comunque partecipare perché le regole erano chiare: sorge il legittimo dubbio sulla necessità, allora, di dar corso alla pubblicazione di una apposita circolare, ma anche questo rientra nell’alea dell’imponderabile.
Tale circolare,inoltre, conteneva un nuovo modello per la partecipazione alla gara ed un nuovo schema di polizza fideiussoria per la cauzione. Ci chiediamo perché far spendere agli operatori ulteriori risorse per allegare,già in fase di domanda, la polizza fideiussoria per la cauzione ( sembrerebbe più logico allegarla solo in fase di eventuale accettazione) ma ci viene risposto che queste sono le regole comunitarie.
Forse i burocrati comunitari pensavano che le aziende olearie fossero ricchissime, forse i parlamentari europei italiani hanno peccato di una imperdonabile superficialità o forse Agea pensava che le aziende olearie pugliesi fossero così potenti da riuscire ad ottenere una polizza fideiussoria in meno di 24 ore.
Comunque nessun operatore pugliese e addirittura forse nessun italiano partecipa alla seconda gara. La gara si conclude con 17.629,18 tonnellate di olio di oliva ammesse all’aiuto così fissato.
a) 0,00 EUR per tonnellata al giorno di olio di oliva extravergine;
b) 1,10 EUR per tonnellata al giorno di olio di oliva vergine;
c) 1,10 EUR per tonnellata al giorno di olio di oliva lampante.
Non è dato di sapere quali sono le aziende ed i Paesi di provenienza dell’olio ammesso all’aiuto, ma anche in questo caso il sospetto che si tratti principalmente di olio spagnolo appare abbastanza chiaro.
Altro aspetto importante è che, anche questa volta, non c’è proprio aiuto per l’extra vergine.
Siamo finalmente arrivati alla terza gara. Questa volta, pensiamo,non ci colgono impreparati, sappiamo a quanto si sono chiuse le ultime due gare e non ci sono nuove circolari Agea.
Questa volta tocca agli operatori oleari pugliesi, cioè della regione dove si produce più olio extra vergine d’Italia.
Ci si confronta e tutti sono dell’avviso di offrire, per dignità all’extra vergine, qualcosa in più dell’ultimo prezzo ammesso per il lampante, che ricordiamo era di € 1,10 per tonnellata al giorno: si ritiene ragionevolmente che non si chiuderà mai al di sotto del lampante dell’ultima gara. Parecchi operatori pugliesi riescono a partecipare alla gara per tempo. Ma anche questa volta la voglia di fare si scontra con la cruda realtà!
La gara si conclude con 150.521,66 tonnellate di olio di oliva ammesse all’aiuto così fissato.
a) 0,88 EUR per tonnellata al giorno di olio di oliva extravergine;
b) 0,88 EUR per tonnellata al giorno di olio di oliva vergine;
c) 0,88 EUR per tonnellata al giorno di olio di oliva lampante.
Siamo stati presi in giro anche questa volta! L’extra vergine viene quotato quanto il lampante e con un livello di aiuto addirittura inferiore a quello della gara precedente!
Nessun operatore italiano viene ammesso all’aiuto. Ah no, sembra che uno solo ce l’abbia fatta ed ha offerto leggermente meno di € 0,88. Che fortuna, chissá come ha fatto.
Eppure tutto lasciava presagire che si andasse almeno ad € 1,10. Eppure in tanti pensavano che si desse maggiore dignità all’extra vergine. Eppure i costi di stoccaggio dell’extra vergine italiano sono nettamente più alti ,non fosse altro per la garanzia della tenuta dei livelli qualitativi!
Ancora una volta il nostro Paese ha posto scarsa attenzione ad una problematica riguardante un prodotto mediterraneo. Ancora una volta i nostri parlamentari europei hanno dimostrato di essere distanti dallo svolgere un’attività politica comunitaria a favore della nazione. Ancora una volta si è persa una occasione per poter alleviare una pesante situazione di mercato, gravante su un prodotto pugliese, utilizzando al meglio le possibilità offerte dai sistemi comunitari. Una autentica beffa!
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