“L’Italia ha l’occasione per proporre l’avvio di una riflessione sul futuro dell’economia dopo l’emergenza sanitaria. Il sistema agroalimentare può svolgere un ruolo di rilievo per una ripresa solida, sostenibile e diffusa a livello internazionale”.
Lo ha dichiarato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in occasione dell’avvio oggi della presidenza italiana del G20 di cui fanno parte i Paesi che producono più dell’80% del PIL mondiale e due terzi della popolazione del pianeta.
“La lotta al cambiamento climatico, il rilancio del sistema multilaterale di gestione del commercio internazionale, il rafforzamento delle iniziative per lo sviluppo dei Paesi meno avanzati impongono un impegno globale, forte ed ambizioso”.
“La pandemia – aggiunge Giansanti – ha riproposto all’attenzione la valenza strategica della produzione agroalimentare. Le innovazioni tecnologiche danno la possibilità di far crescere la disponibilità di cibo su scala mondiale, riducendo la pressione sulle risorse naturali e sull’ambiente”.
“La rivoluzione digitale – sottolinea il presidente di Confagricoltura – va vista come uno strumento di crescita economica e per la diffusione del benessere”.
“Un altro aspetto da approfondire nell’ambito del G20 in vista della definizione di una strategia condivisa, è quello della lotta agli sprechi alimentari, grazie anche al superamento di alcuni squilibri che si registrano nella catena agroalimentare. Anche l’economia circolare e le fonti energetiche rinnovabili dovranno essere all’ordine del giorno per assumere adeguati impegni politici”.
“Un altro passaggio di grande rilievo è rappresentato dalla collaborazione tra Italia e Regno Unito per la preparazione della conferenza Cop 26 che sarà chiamata a confermare e rilanciare gli impegni sanciti nell’Accordo di Parigi sugli obiettivi dello sviluppo sostenibile”.
“L’agricoltura – conclude Giansanti – intende fare fino in fondo la propria parte, per dimostrare che la sostenibilità ambientale e quella economica sono assolutamente in grado di coesistere grazie alla ricerca scientifica e alla diffusione delle innovazioni”.
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