Con la modifica approvata nell’instituire il Registro elettronico, come prevede la nuova direttiva europea, vengono, invece, introdotti alcuni elementi operativi che lasciano intravedere il rischio di un ritorno al passato (come ad esempio il riferimento all’ambito di obbligatorietà o alla previsione di diritti di segreteria e contributi annuali, le sanzioni, l’assenza di un coinvolgimento delle Organizzazioni imprenditoriali, la mancanza di una fase di sperimentazione e di semplificazioni per specifici settori).
Confagricoltura ritiene che qualsiasi processo di informatizzazione o digitalizzazione degli adempimenti sulla tracciabilità dei rifiuti dovrebbe tenere conto, fin dall’inizio, delle peculiarità specificità dei singoli comparti, anche in relazione alla quantità limitate dei rifiuti prodotti.
Nel caso dei rifiuti agricoli – precisa l’Organizzazione – si auspica che ciò possa tradursi nel mantenimento degli attuali adempimenti già in uso presso le imprese agricole. Il possesso del formulario di trasporto, infatti, è già un elemento sufficiente a garantire la tracciabilità. Inoltre, le imprese agricole, in particolar modo le più strutturate, hanno da tempo instaurato un sistema di tracciabilità attraverso i circuiti organizzati di raccolta, che supporta gli agricoltori nella corretta gestione dei rifiuti, coinvolgendo preventivamente tutti i soggetti.
Per questo Confagricoltura chiede che la fase attuativa venga gestita con razionalità, condivisione e nel rispetto dei criteri di semplificazione, per non incorrere negli errori del passato
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