Confagricoltura Bari-Bat

Vinitaly: all’edizione speciale della fiera si riflette sul futuro del comparto

Con il taglio del nastro da parte del ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, ha preso il via oggi l’attività di Confagricoltura al Vinitaly Special Edition. Un’edizione autunnale voluta dagli organizzatori per traghettare la manifestazione verso la prossima primavera, con il ritorno del Vinitaly vero e proprio dal 10 al 13 aprile. Lo spazio confederale nel Padiglione 6 – Stand D2 – di VeronaFiere, nella tre giorni di apertura esclusivamente ad operatori del settore e stampa specializzata, ospita incontri con i buyer di diversi Paesi. Oggi è la volta di Canada, Russia, Regno Unito e Nord Europa. Domani toccherà a Francia, Ungheria e Lituania, mentre martedì sarà la volta di Estonia e Romania.

La formula è quella del walk-around tasting con protagonisti i vini delle aziende di Confagricoltura di quasi tutta la penisola: spumanti, bianchi e rossi espressione dei vari territori. Nella giornata inaugurale della fiera sono stati resi noti anche i dati, a cura di Nomisma, sul grado di competitività del settore vitivinicolo italiano: conforta il fatto che la filiera pesi per il 17% sull’agroalimentare e che le esportazioni siano in forte ripresa, ma il Covid ha inciso negativamente sulle piccole realtà, che hanno perso in media il 20% di export durante la pandemia.

Per il futuro, lo scenario è carico di nuove sfide e opportunità per il settore: i consumi sono in calo e le indicazioni europee spingono in questa direzione; i cambiamenti climatici causano volatilità dei prezzi e la transizione ecologica è un dogma. A fronte di questo quadro in continuo mutamento, è necessario innovare, non solo in termini di agricoltura 4.0, ma anche nella ricerca per aumentare la resistenza delle piante alle minacce del clima e delle nuove patologie. Il mercato, infine, richiede accorpamenti per far crescere la capacità contrattuale e di internazionalizzazione delle piccole realtà, che singolarmente non riescono ad aumentare il portafoglio clienti all’estero. Oggi – è stato ricordato – 20 aziende del vino rappresentano il 40% dell’export: la crescita dimensionale è quindi urgente e necessaria.

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