Si è tenuta ieri a Corato, città cui prende il nome la varietà di olivo più coltivata in Puglia e più importante per l’elevato contenuto di sostanze fenoliche, un’iniziativa informativa organizzata dalla Consulta allo Sviluppo Economico e del Lavoro del Comune di Corato e dall’Amministrazione comunale.
L’incontro ha visto la partecipazione di una serie di esperti qualificati quale, Ettore Zucaro, presidente del Collegio periti agrari e periti agrari laureati della provincia di Bari, che ha posto all’attenzione aspetti inerenti al diverso comportamento delle amministrazioni comunali nella gestione preventiva di tale problematica.
Era presente anche Paolo Leoci del Comitato Regionale “No Xylella, Si Produttività” che ha fornito un ampio excursus su quella che è stata la storia della Xylella fastidiosa in Puglia, illustrando le caratteristiche del batterio, delle diverse sottospecie e genotipi presenti al mondo con le relative specie suscettibili, e nello specifico delle 36 specie sensibili e degli insetti vettori della sottospecie pauca del genotipo St 53 presenti, dell’avanzare della demarcazione della zone infetta, contenimento, cuscinetto e indenne con le relative attività obbligatorie e raccomandate previste dal Piano d’Azione Regionale, dei vincoli per le attività vivaistiche, dei divieti di impianto di alcune specie, delle specie tolleranti o resistenti e delle attività di eradicazione del batterio attuate attraverso gli obblighi di abbattimento.
Oltre 20 milioni di piante d’olivo già infette e irrimediabilmente condannate a morte, tra cui la massima zona di pregio olivetata in Puglia delimitata nella “Piana degli Ulivi Monumentali” 40 km di territorio compreso in largo dal litorale adriatico al versante pedocollinare e in lungo tra l’Alto Salento – Riserva Naturale di Torre Guaceto e Polignano a mare. Il tutto illustrando la devastante ricaduta sulle produttività intaccate di tipo ambientale, culturale, olivicolo, oleario e turistico e ricettivo.
Tra i relatori anche Salvatore Infantino, Dirigente dell’Osservatorio Fitosanitario Regione Puglia, che ha illustrato le attività di contrasto condotte dal Servizio Fitosanitario con il braccio operativo dell’ARIF e in collaborazione con Università di Bari, CNR e Istituto Agronomico Mediterraneo, attività che in un anno vengono stimate in oltre 250.000 campioni prelevati e processati con il metodo molecolare e oltre 300 piante ritrovate infette.
Gianni Porcelli e Roberto Summo di Confagricoltura Bari BAT, hanno fornito, invece, indicazioni tecniche su quelli che sono gli obblighi da rispettare in ambito di impegni della PAC e CSR, e le deroghe ancora da affinare per rendere coerenti alcuni ecoschemi alle norme per contrastare la diffusione della Xylella.
Le conclusioni sono state affidate a Luigi Tedone il quale ha tirato le fila del convegno affermando che l’area olivicola del Nord Barese, una delle realtà agricole che sviluppa il più alto fatturato regionale, anche se al momento risulta indenne, richiede una particolare attenzione. Purtroppo, la preziosa varietà di oliva coratina, riconosciuta come l’ingrediente nutraceutico per eccellenza della dieta mediterranea, non è inserita fra quelle tolleranti alla xylella, pertanto appare opportuna un’attività di intensificazione delle operazioni di sorveglianza.
Massimiliano Del Core, presidente di Confagricoltura Bari Bat, ha infine avanzato la proposta di una deroga all’impegno PAC dell’inerbimento, al fine di intervenire in modo più efficace nel ridurre la popolazione del vettore sputacchina.
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